Liberarsi da debiti oggi è possibile grazie a una Legge salva suicidi

Liberarsi da debiti oggi è possibile grazie a una Legge salva suicidi

Una Legge ti aiuta a liberarti dai debiti e risolvere la crisi da sovraidebitamento, anche e soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta al coronavirus.

 

Hai acceso un mutuo e da tempo hai difficoltà nel pagare le rate? Sei perseguitato dai creditori e non sai come uscirne? Ti senti il peso dei debiti addosso come nel mito di Atlante col mondo sulle spalle?

Basta! È il momento di liberarsi dai debiti grazie a una Legge del 2012!

 

Liberarsi dai debiti con la Legge 3/2012 e beneficiari

Come far fronte alla crisi economica e andare incontro alle esigenze  di soggetti non fallibili come lavoratori dipendenti, artigiani e professionisti, piccole imprese, consumatori e pensionati sopraffatti dai debiti?

 

Il 27 gennaio del 2012 è stata emanata la Legge n. 3/2012, conosciuta anche con il particolare nome di  Legge salva suicidi.

Il nome preannuncia già lo scopo dell’intervento normativo: sgravare dal carico dei debiti ed evitare scenari, purtroppo accaduti, estremi e irreversibili per la propria vita.

Grazie a questa legge, puoi trovare la soluzione giusta per te!

 

 

Legge salva suicidi: di cosa si tratta?

 La Legge n. 3/2012 consiste in una procedura di ristrutturazione dei debiti per i casi di sovraindebitamento; parliamo di situazioni in cui c’è uno squilibrio ormai duraturo e irreversibile tra le obbligazioni assunte e l’incapacità di adempiere con regolarità ai propri doveri contrattuali.

La Legge ha a che fare con situazioni in cui non si riesce più a pagare tutte le spese e a liberarsi dai debiti assunti.

 

 

Cosa fare per liberarsi dai debiti?

Per prima cosa, è bene rivolgersi a un professionista che valuterà la tua situazione per indirizzarti nella giusta strada e affiancarti in questo percorso:

  1. esame della situazione debitoria;
  2. analisi della situazione reddituale e patrimoniale;
  3. individuazione della soluzione ad hoc.

 

 

Quali sono i vantaggi?

Questa procedura ha il vantaggio di liberare da tutti i debiti pregressi i soggetti che non possono fare ricorso alle procedure concorsuali come il fallimento. In questo modo, avranno a disposizione uno strumento per cancellare i debiti e le loro tracce; infatti, la procedura consente la cancellazione dalla Crif del debito, decorso un certo periodo di tempo, non facendo più risultare un cattivo pagatore.

 

Inoltre, se sono in corso procedure esecutive contro il debitore, con la sola ammissione alla procedura di sovraindebitamento, il debitore stesso può ottenere dal tribunale la sospensione delle azioni esecutive per proseguire con il programma di ristrutturazione dei debiti prescelto a seconda della propria situazione debitoria.

 

La procedura mira creare un piano di pagamento dei creditori sulla base del proprio patrimonio o trovare un accordo con i creditori al fine di organizzare i pagamenti, prevedendo una riduzione del debito; questa riduzione, a seconda della procedura scelta, è decisa dal Tribunale di competenza o accettata dalla maggioranza dei creditori.

In alternativa si può provvedere a liquidare il proprio patrimonio e con le somme ricavate soddisfare i creditori.

Così è possibile ottenere una riduzione del debito anche del 70% o 80% del suo ammontare.

 

 

L’avvio della procedura per liberarsi dai debiti

L’avvio della procedura parte con il deposito di un’istanza e della documentazione richiesta presso l’organismo di composizione della crisi (O.C.C.), del Tribunale competente dove risiede il debitore.

Questo organismo è terzo, imparziale e indipendente, istituito presso enti pubblici e tribunali, scritti in appositi registri tenuti dal Ministero della Giustizia, cui va un compenso stabilito da criteri di determinazione dei compensi indicati in un preventivo fornito dal gestore della crisi nominato in quel procedimento.

 

 

Ecco le possibili soluzioni

 Grazie al supporto del tuo legale di fiducia, puoi predisporre l’istanza e tutta la documentazione necessaria sulla situazione reddituale e patrimoniale del debitore. L’organismo di composizione della crisi formalizzerà il percorso scelto tra queste possibili soluzioni:

 

1.   Piano del consumatore

Con questo piano è possibile saldare in tutto o in parte i debiti del soggetto considerato meritevole, poiché si trova in una situazione debitoria non per colpa sua ma per altre cause, che dovranno essere indicate nella domanda.

Il piano può essere presentato soltanto dal privato consumatore, ossia dalle persone fisiche che hanno contratto debiti solo per scopi estranei all’attività imprenditoriale.

In particolare, il piano del consumatore si esplica in una proposta di stralcio operato sulla complessiva esposizione debitoria e sulla conseguente rateizzazione del debito residuo, in media 4 anni.

Talvolta, in favore dei creditori, possono essere inseriti in piano anche cessioni di beni, TFR, crediti futuri etc.

Per il piano del consumatore non è necessario il consenso dei creditori, ma è sufficiente la positiva delibera del Tribunale sulla fattibilità dello stesso.

 

2.     Accordo di ristrutturazione dei debiti

È un accordo in cui viene organizzato per i creditori un percorso di pagamenti dilazionato. Se la maggioranza di questi accett, il piano può prendere avvio e includere tutti i creditori, anche quella piccola percentuale non consenziente.

Può essere presentato non solo dai consumatori, ma anche da enti e imprese non fallibili.

È possibile prevedere il pagamento parziale dei crediti privilegiati, mentre per i tributi è prevista solo una dilazione.

Nel piano potrebbe rientrare anche un accordo sulla cessione di debiti futuri secondo il principio della responsabilità patrimoniale del debitore art. 2740 c. C (il debitore risponde delle obbligazioni con i suoi beni presenti e futuri).

L’accordo non necessita di valutazioni sulla meritevolezza del debitore, ma è subordinato al consenso dei creditori rappresentanti almeno il 60% dei crediti.

Raggiunta la maggioranza, l’accordo è omologato, reso definitivo e sottoposto alla pubblicità come per legge.

 

3. Liquidazione del patrimonio

Con la procedura di liquidazione del patrimonio, il debitore mette a disposizione tutto il suo patrimonio, fatto salvo il minimo indispensabile per il sostentamento della propria famiglia, in favore dei creditori.

È attivabile quando non si è in grado di proporre un piano di pagamento ai creditori e quindi il Tribunale ammette la procedura dopo aver valutato la situazione patrimoniale del debitore.

Il Tribunale provvede quindi a nominare un liquidatore per la vendita dei beni del debitore, fatta eccezione per i beni e crediti impignorabili, i beni alimentari, stipendi, salari etc.; inoltre, provvede a pagare, pro-quota, tutti i suoi debiti.

I creditori saranno poi soddisfatti col ricavato di tale vendita.

 

Fase giudiziale

L’OCC incaricato verifica la veridicità di tutta la documentazione prodotta: reddito, spese fisse familiari, altre situazioni patrimoniali, attività d’impresa in corso; inoltre, valuta la fattibilità del piano e trasmette al Tribunale la relazione sull’accordo proposto.

Il Giudice incaricato fissa con decreto l’udienza e dispone che nessun creditore possa intraprendere azioni giudiziarie esecutive individuali sino alla conclusione della procedura.

 

 

La fase finale

Con l’omologazione finale dell’accordo/piano da parte del Tribunale, il debitore inizierà a pagare i propri debiti secondo le modalità e le tempistiche prefissate.

Un passo dopo l’altro, vede la fine del tunnel.

Per liberarsi dai debiti e poter accedere alle suddette procedure, che all’atto pratico per il debitore potrebbero risultare molto complesse da richiedere e predisporre, prima di rivolgersi all’O.C.C., è consigliabile farsi assistere da un avvocato.

 

Se hai bisogno di assistenza in merito, non esitare a contattarmi.

 

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Avv. Paolo Corvino
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Cecilia Quinterio administrator